In questo giorno
doloroso, ma anche portatore di speranza offriamo il Santo Sacrificio della
Messa in suffragio dell’anima dei soldati del Beato Pio IX che morirono
combattendo in difesa dei diritti del Papato e per l’enorme schiera di martiri
che, dal 1789 fino ai nostri giorni, sono stati uccisi dall’odio verso
Nel gennaio 1871, quattro mesi dopo lo
scioglimento dell’Esercito Pontificio, con Breve d’approvazione del Beato Pio
IX, si costituì
Nel suo proclama del 6 Aprile 1860 il
Generale Christophe-Louis Juchault De
Ai
nostri tempi possiamo dire che tanto l’Islamismo quanto
Dinnanzi
alla violenza islamica dobbiamo combattere, come fecero i nostri antenati. Non
si fermano i criminali con le belle parole. Ricordiamo soltanto le esortazioni
del Beato Marco D’Aviano, cappellano dell’esercito cristiano, che incitava i
soldati (dopo la sconfitta dell’esercito Turco che assediava Vienna il 12
settembre 1683) a continuare a combattere, per liberare i tanti cristiani che
continuavano a soffrire sotto il giogo ottomano.
Messi
di fronte al crescente numero d’islamici che abitano in mezzo a noi, dobbiamo
ricordare due cose: primo che le Nazioni, come le famiglie, hanno il diritto di
decidere chi invitare a casa loro. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è
chiaro nello stabilire che “le autorità politiche, in vista del bene comune,
di cui sono responsabili, possono subordinare l’esercizio del diritto di
immigrazione a diverse condizioni giuridiche…” . Secondo, mai dobbiamo dimenticarci del
dovere, che abbiamo, di portare agl’islamici le verità della Fede. Nostro
Signore Gesù Cristo, prima di ascendere al cielo, ci ha dato il preciso
comandamento di predicare l’Evangelo a tutte le creature. Nessuno dunque va
escluso.
Storicamente
la Chiesa non ha avuto molto successo nella sua attività di missione in terra
islamica, perché i missionari non avevano la possibilità reale di svolgere il
loro ministero, perché o vi rimanevano uccisi o venivano espulsi. Forse il
Signore ha permesso che approdassero alle nostre spiagge tanti islamici, per
permettere la loro evangelizzazione.
La rivoluzione continua la sua marcia
sul piano politico e sociale. Il 20 Settembre 1870 fu fatta l’unità d’Italia,
su presupposti ideologici liberali e massonici. Oggi si cerca di fondare
l’unità dell’Europa sulle stesse basi, con l’esclusione di ogni riferimento a
Dio e alle incontestabili radici cristiane dell’Europa. Domani si tenterà di
stabilire una Repubblica Universale sulla base di quella deplorevole ideologia
e l’oppressione liberale si farà sentire in tutto il mondo.
Nel campo sociale vediamo come la cultura della morte
continua ad avanzare. Pochi giorni fa l’eutanasia è stata legalizzata in Olanda
anche per i bambini. In questa tragica decisione di permettere l’eutanasia per
i bambini ha funzionato bene la cosiddetta legge del “piano inclinato”,
in forza della quale, dopo che l’eutanasia era stata ammessa per gli adulti
consenzienti, si è passati a questa orribile e inaudita decisione, che
legalizza l’uccisione dei bambini. Questo lento scivolare da un male a un altro
peggiore ha condotto al progressivo stabilirsi di una cultura della morte nella
nostra società. Vediamo bene che, accettata una legge antinaturale, si passa
dopo certo tempo ad un’altra misura normativa ancora più offensiva e più
inumana, la quale inizialmente si pensava che la società mai avrebbe accettato.
Qui ci troviamo di fronte a un “progressivo declino di umanità”,
riflesso della progressiva scomparsa del Cristianesimo in Europa.
Non
c’è alcun dubbio che ci troviamo dinnanzi a un caso evidente di darwinismo
sociale o di fronte a casi di “eugenismo mascherato”. Osserviamo la
schizofrenia della nostra società contemporanea, che da un verso proclama con
voce forte i “diritti dell’uomo” e dall’altro verso sopprime i diritti
dei più deboli e dei più poveri. Viviamo in mezzo a una società che, dopo avere
abbandonato Dio, ha abbandonato anche l’uomo. I cosiddetti e tanto conclamati “diritti
dell’uomo”, quando hanno un’origine
laicista e sono separati dai diritti di Dio, finiscono per ricevere un
contenuto concreto, che proviene da una visione materialista dell’uomo e sono
definiti sulla base di un’ideologia utilitaria. Questi diritti diventano
veramente i diritti dei più forti, i diritti dei sani e delle persone che sono
“socialmente utili”. Questo ci deve portare a considerare la costante e
apparentemente inesorabile deriva totalitaria delle società così chiamate
liberali.
In Spagna si stanno proponendo varie leggi, che
danneggeranno gravemente la società. L’annunciata approvazione del “matrimonio”
omosessuale costituisce un atto grave e irresponsabile, le cui conseguenze
potranno essere tremende. Il divorzio e l’aborto saranno ulteriormente
agevolati, come denunciavano molti vescovi spagnoli con profonda
preoccupazione.
All’interno di questo progredire
della cultura della morte dobbiamo lamentare come il Festival del Cinema
di Venezia abbia consegnato sabato 11 settembre i due premi più importanti,
l’uno a un film che difende l’aborto e il secondo ad un film che promuove
l’eutanasia. Il Leone d’Oro è stato infatti assegnato a Vera Drake, del
regista britannico Mike Leigh, in cui si narra la storia di una donna che,
nella Londra degli anni cinquanta, pratica aborti clandestini a donne
poverissime e disperate. Il Premio Speciale è andato a Mare Dentro,
diretto dallo spagnolo Alejandro Amenábar, in cui è raccontata la storia del
tetraplegico Ramón Sampedro, al quale fu applicata l’eutanasia.
Dinanzi a questo triste quadro
offerto dalla società odierna, dobbiamo prima e anzitutto essere “uomini di
speranza, che predicano e insegnano con passione lo splendore della verità di
Cristo che scaccia le tenebre e illumina l’autentico cammino di vita”[1].
Dobbiamo anche farci uno scrupoloso esame di coscienza, per determinare in che
misura noi viviamo con coerenza la fede che professiamo. I nemici sono tanti,
ma noi non dobbiamo avere paura di loro, se abbiamo una relazione salda con
Dio.
L’Antico Testamento c’insegna che,
se il popolo dell’Antica Alleanza gli restava fedele, Dio lo assisteva con il
suo aiuto; se, invece, il popolo veniva meno alla sua fedeltà al Signore, era
sconfitto dai nemici. Se questa retribuzione si applicava sotto il vigore
dell’Antica Alleanza, tanto più sarà applicabile a noi, che siamo figli
adottivi di Dio e beneficiari della nuova ed eterna Alleanza, che Cristo
suggellò con il suo sangue sul Monte del Calvario. Come diceva un combattente
della crociata di Spagna, “veramente non ho paura dei rossi, ho paura
soltanto di non essere fedele”. Se saremo fedeli, l’Europa ritornerà alla
Fede; diversamente il buio ricoprirà quest’antico continente. Il miglior omaggio
che possiamo fare ai soldati che oggi suffraghiamo, è quello d’imitarli nella
loro coerenza di vita.
Oggi dobbiamo
pregare anche per i giovani militanti di Militia Christi che, lunedì 13
settembre, mentre stavano effettuando un volantinaggio per divulgare l’invito a
questa Santa Messa, hanno dovuto soffrire una vigliacca aggressione da parte di
un gruppo di sgherri no global.
In questo Santo
Sacrificio della Messa, imploriamo la Santissima Vergine Immacolata, affinché
interceda per tutte le vittime della rivoluzione e del terrorismo islamico,
così che presto abbiano un posto di gloria nel cielo; la preghiamo ancora,
affinché anche noi possiamo imitare le virtù militanti di tutti i caduti che
oggi commemoriamo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Padre Ignacio Barreiro
[1] Giovanni Paolo II, La traduzione italiana del discorso del Papa alla Conferenza Episcopale di Nuova Zelanda, in L’Osservatore Romano, Lunedì-Martedì 13-14 Settembre 2004, p. 5.